Scoprire di avere un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), specialmente se avviene in età adulta, può dare preoccupazioni e un senso di insicurezza. Ma ci sono delle strategie per riuscire ad affrontare questo momento al meglio. Prima, un breve ripasso di cosa siano i DSA.
Quali sono i DSA?
Come spiegato dall’Associazione di Psicologia Cognitiva italiana, i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano specifiche abilità quali lettura, scrittura e calcolo. Normalmente, si manifestano già nei primi anni scolastici, ma per molti il loro riconoscimento e la conseguente diagnosi avvengono anche ad anni di distanza.
Questi disturbi vengono catalogati sulla base della difficoltà specifica che implicano. Generalmente, si dividono in 4 grandi gruppi, ovvero:
Dislessia
Disturbo specifico della lettura per cui i soggetti hanno difficoltà nella lettura precisa e scorrevole di un testo. La difficoltà può incidere anche sulla comprensione del testo.
Disgrafia
Questo disturbo specifico riguarda la componente motoria della scrittura: l’atto dello scrivere risulta difficoltoso. Pertanto, per scrivere è necessario un tempo superiore alla media e il risultato finale potrebbe risultare non sempre leggibile.
Disortografia
Diversamente dalla disgrafia, la disortografia è un disturbo connesso ad aspetti prettamente linguistici, non motori, e comporta la difficoltà di scrivere correttamente. Si tendono perciò a commettere più errori ortografici.
Discalculia
La discalculia è il disturbo che riguarda il mondo dei numeri. I discalculici hanno difficoltà a manipolare i numeri, ad eseguire calcoli veloci a mente e a raggiungere risultati eseguendo operazioni aritmetiche.
In ambito medico, questi disturbi non sono considerati malattie, poiché rappresentano un neuro funzionamento del cervello differente. Nulla hanno a che vedere con intelligenza o problematiche di tipo sensoriale o psicologico. Sono caratteristiche innate da conoscere e con cui convivere, grazie a strategie di compensazione e potenziamento.
Scopro di avere un DSA, cosa faccio?
Come anticipato, il momento della diagnosi di un DSA può essere delicato e vissuto con preoccupazione. Tuttavia, esso rappresenta un’opportunità di presa di coscienza, per imparare ad affrontare le difficoltà e a valorizzare le proprie capacità. Ma che cosa si può fare in un momento di preoccupazione successivo alla diagnosi? Qui di seguito, alcuni consigli dell’Associazione Italiana Dislessia:
- Informarsi: capire bene cosa siano i DSA e le relative normative.
- Leggere bene la relazione diagnostica: la diagnosi è una fotografia del funzionamento del cervello, può dare informazioni preziose per conoscersi meglio.
- Identificare difficoltà e punti di forza: è importante identificare le difficoltà specifiche per individuare le strategie più adatte a superarle, ma anche scoprire i propri punti di forza. Fermarsi a riflettere sul proprio percorso aiuta.
- Sviluppare strategie di compensazione: utilizzo di tecnologie informatiche e non (software di sintesi vocale per leggere testi, correttori ortografici, traduttori online, mappe concettuali, calcolatrice, ecc.) o sviluppo di strategie personali che rendano meno faticosi i compiti.
- Cercare supporto: non esitare a cercare supporto da parte di professionisti esperti per sviluppare un piano d’azione personalizzato e individuare le risorse disponibili.
- Non scoraggiarsi: i DSA comportano difficoltà e sfide, ma questo non significa che non si possa avere successo. Con supporto e strategie adatte, è possibile raggiungere tutti i propri obiettivi.
Riferimenti:
Cognitive Psychology Association (APC) https://apc.it/disturbi/disturbi-eta-evolutiva/dellapprendimento/disturbi-dellapprendimento/ [last access on 29/01/2024]
Italian Dyslexia Association (AID) https://www.aiditalia.org/ho-scoperto-di-avere-un-dsa [last access on 30/01/2024]
Superior Institute of Health (ISS) https://www.iss.it/-/snlg-disturbi-specifici-apprendimento [last access on 29/01/2024]